Sanremo, le pagelle dei 20 big tra Soliti Idioti e trottolini amorosi Malika Ayane la migliore, occhio a Britti e Grandi. Atzei e Il Volo i peggiori

Carlo Conti
Carlo Conti
di Federico Vacalebre
Venerdì 23 Gennaio 2015, 13:21 - Ultimo agg. 24 Gennaio, 17:20
5 Minuti di Lettura
Ecco le venti canzoni dei big, veri e presunti, in gara al prossimo Festival di Sanremo. Al primo ascolto c'è poco da stare allegri, tanto vale giocare al rito delle pagelle, che scontentano sempre tutti, compreso il recensore, costretto poi alla prova dal vivo all'Ariston ad alzare (si può fare di più) o abbassare (si può fare persino di peggio) i suoi voti.

Il verbo amare torna ad essere quello più declinato, le eccezioni "sociali" confermano la dittatura dei trottolini amorosi nella terra dei cachi anche all'epoca di Carlo Conti. Certo che di fronte a questo minestrone sonico ci si chiede davvero perchè sia rimasto fuori dal mucchio un vero big come Clementino.



Grazia Di Michele e Mauro Coruzzi: "Io sono una finestra"

Una jazz ballad, con talkin' francesizzante, sulla diversità, su un corpo, quello di Coruzzi/Platinette, "cangiante e strano/ di donna dentro un uomo eppure essere... umano". Anzo un corpo in cui "non c'èuna donna o un uomo solo un essere umano".

Voto: 5 e mezzo, ma l'interpretazione live potrebbe fare la differenza.



Bianca Atzei: "Il solo al mondo"

Dopo aver ascoltato il suo pezzo ci si chiede una volta di più perchè sia tra i big, non può bastare la firma di Francesco Silvestre o la capacità di tenere il palco.Voto: 3.



Dear Jack: "Il mondo esplode tranne noi"

Pop teenageriale che farà sfracelli in radio, tanto "niente è per sempre". Originalità zero, funzionalità dieci. Voto con media inglese: 5.



Anna Tatangelo: "Libera"

Meno muchacha del recente passato, griffata Kekko Silvestre - tra presenze autorali e ispirazione i Modà sono onnipresenti - mira anche lei all'orecchiabilità immediata. Voto: 4.



Raf: "Come una favola".

Titolo e versi sdolcinati, la melodia pianistica meriterebbe di meglio, ma la sua voce costruisce un crescendo pop ben strutturato. 5 e mezzo.



Alex Britti: "Un attimo importante"

Una chitarra alla ricerca di una melodia di quelle che ogni tanto vengono al cantautore romano, di quelle che una volta su un milione possono meritare persino l'interpretazione di Mina. Se "Le parole sono come le nuvole/ quando ci soffia il vento" qui le parole sono poca cosa, ma le canzoni d'amore sono preghiere profane destinate a cuori palpitanti che ripeteranno volentieri "E allora guardami toccami stringimi/ ti prego fallo ancora". Voto: 6



Irene Grandi: "Un vento senza nome".

Lei non c'è più, è andata via, ed "è stata di parola/ non ti sei voltata".a lei chi è? E perché se ne è andata? Non lo sappiamo, ma piano (c'è Bollani dietro i tasti) e chitarre costruiscono atmosfere curiose e saporite. E la voce graffia con passione toscana, anche se il pezzo sbanda verso la fine.

Voto: 6 e mezzo.



Lara Fabian: "Voce"

Una presenza internazionale alla ricerca di riciclarsi sul mercato italiano con una romanza pop, genere a Sanremo non poco fortunato. La voce c'è, la canzone è un pretesto. Ugola 7. Brano 3. Voto con media inglese: 5.



Marco Masini: "Che giorno è"

La canzone della nostra depressione quotidiana, anzi un invito reagire, "non stiamo mica giocando con questa eternità". "Smettila di smettere", ruggisce l'uomo di "Vaffanculo" e "Brutta stronza" alla ricerca di una nuova credibilità, o almeno di una nuova radiofonicità. Il secondo risultato è raggiunto.

Voto: 5 e mezzo.



Chiara: "Straordinario"

I talent show non favoriscono la maturità artistica dei presunti talenti che lanciano. La ragazza ci riprova, va a pieni nudi sino al paradiso, alza i toni del suo canto, ma alla fine raggiunge a stento il limbo.

Voto: 4.



Il Volo: "Grande amore"

Francesco Boccia, quello che aveva un "turuturu nella testa", firma per i tre tenorini in crisi di crescenza un pateracchio belcantistico rock che sembra una parodia dei Queen più melò. Voto: 3.



Gianluca Grignani: "Sogni infranti"

Destinazione purgatorio, per un cantautore pallido e contorto, che alterna il pop alla vita spericolata. Riflettendo su "l'informazione e lo show che fan la stessa danza" trova rumori rock prima di decidere che se fosse Dio - a differenza dell'Angiolieri e di Gaber - cancellerebbe le rughe dagli occhi stanchi della mammma. Voto: 4 e mezzo.



Biggio e Mandelli: "Vita d'inferno"

Canzonetta bandistica e cabarettistica e cafèchantantistica: i Soliti Idioti volano alto (oddio non esageriamo, è solo che siamo nella terra dei cachi e tutto quello che non è bassissimo spicca), tra Cochi e Renato e i Gufi, che di fronte alla vita d'inferno "se lo sapevo rimanevo dentro l'utero materno". Sarà anche facile il giochino, ma di fronte alla piattezza delle proposte, sembrano giganti goliardici, cantori di un uomo vivo per la rottura di un preservativo. Non sono gli Elii, sia chiaro, ma... han voglia di morire anche solo per andare a dire due parole al padreterno come tutti quanti noi.

Voto: 7 con parolaccia inclusa.



Lorenzo Fragola: "Siamo uguali"

Ultimo vincitore di "X Factor", ultima vocetta semisoul, protetto di Fedez che firma con lui il pezzo il ragazzo supera il compitino generazionale dei Dear Jack. Originalità zero, funzionalità dieci. Voto in media inglese: 5.



Malika Ayane: "Adesso e qui (nostalgico presente)"

Una soul soung complicata, attraversata da violini e quotidianità frustrata ("se lo vuoi rimani, non c'è molto da dire che non sia già detto"). Pacifico è autore illuminato, il pianoforte di atmosfera, Malika una grande interprete in sottrazione.

Voto: 7 e mezzo.



Nesli: "Buona fortuna amore"

Da rapper-fratello d'arte a Jovanotti dei poveri. Però il coautore Brando è uno che i gusti del pubblico sembra saperli interpretare. Voto: 4 e mezzo di fiducia (in Brando più che in Nesli).



Nina Zilli: "Sola"

Autoplagio blues, che ha il solo merito di cambiare il sound e di liberare il canto dell'interprete.

Voto: 5 (al blues ed alla voce più che alla noncanzone che confonde Janis Joplin e Amy Winehouse e Nina Simone).



Moreno: "Oggi ti parlo così"

Il suono del tempo, il rap, affidato a uno degli "Amici" della De Filippi. L'hip hop italiano è altra cosa. Voto: 4, anche se spezza la monotonia.



Annalisa: "Una finestra tra le stelle"

Errare è umano, persevare diabolico. E il solito Kekko dei Modà scrive l'ennesima canzone per una voce che spara al cielo. L'ennesima canzone inutile. Voto: 4.



Nek: "Fatti avanti amore". Come una nemesi, come un altro autoplagio, torna all'Ariston, dove iniziò la sua carriera. Alla ricerca di un rilancio ipotizza un uomo-mostro "due braccia con un cuore" e poi basta. Voto: 4 e mezzo.



Ps. I voti sono espressi, come al solito, in media sanremese, ovvero alzando di un paio di voti ogni canzone. Nel resto dell'anno la musica che ci gira intorno è ben altra. Perché Sanremo è Sanremo.