Summarte, il jazz nel vecchio cinema Arlecchino di Somma Vesuviana


Somma Vesuviana- Si fantastica sempre davanti (e dentro) a un cinema. Come in un film di Fellini o di Tornatore, con i venditori di caramelle e bomboloni, con i pop corn che scivolano sotto i sedili, e l'intervallo che durava troppo poco per andare al bar, o i primi, timidissimi, approcci. C'era una volta il glorioso cinema Arlecchino, nato nel lontano 1954 e chiuso due anni fa. Ha fatto storia, da quando nelle case c'era mezza televisione, e i multisala ancora lontani. Poi è arrivata la crisi della pellicola, la conseguente emorragia di spettatori, le pay tv, la pirateria, i dvd e così le sale si sono svuotate. I cinema tradizionali hanno chiuso (quasi) tutti , ed al posto loro, sono spuntati supermercati o peggio ancora parcheggi, con qualche piacevole eccezione però. Parliamo di Summarte, progetto nato dalla riqualificazione del vecchio Arlecchino grazie all'impegno di imprenditori privati. Musica, aggregazione, cucina nell'ex sala di via Roma. Da dicembre il progetto ospita eventi teatrali, concerti, performances artistiche e in una galleria laterale, esposizioni pittoriche, fotografiche ed installazioni. Poi ancora, sala da te, bar, ristorante, libreria.

Da segnalare la rassegna Summarte in Jazz, in programma dal 27 febbraio al 27 marzo con cinque concerti jazz (ogni venerdì) e la direzione artistica di Mauro Seraponte e Alberto Bruno. Ad aprire "Jazz: Ideas And Songs" del chitarrista Pietro Condorelli, accompagnato da Simona Boo, Francesca Masciandaro, Domenico Santaniello e Claudio Borrelli: in programma brani originali e riletture di scrittori vicini al jazz come Kerouac. Secondo appuntamento il 6 marzo con "More Afro Mood" del Mafro Quartet, che farà da "ponte" tra l'origine del jazz tradizionale e quello di oggi. Il 13 marzo invece sul palco "Brooklyn Beat" con Domenico Sanna al piano, Ameen Saleem al basso e Dana Hawkins alla batteria. Musicisti internazionali alla ricerca del beat, della musica afroamericana, r&b e swing. La settimana successiva tocca al PerfecTrio di Roberto Gatto, che presenta il nuovo album "Starship for Lovers", e non dimenticherà il legame tra jazz e prog, grazie anche all'uso di piano Fender, synth analogici, loops e live electronics. Chiusura il 27 marzo con "I Could Write a Book", progetto del sassofonista Scott Hamilton e del pianista Andrea Pozza,, ed inciso nelle cave del Castello di Certaldo in Toscana, alle radici del jazz e degli standard più emozionanti.

Luigi Ferraro

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