«Cosa fare quando si è innamorati di una persona che ti dice che per lei sei perfetto da tutti i punti di vista, ma che al momento non è propensa a una storia d’amore?». Andrea me lo chiede così, di botto, senza preamboli. Ci siamo appena seduti in quella gelateria di Roma di cui mi parlava da tempo, perché lì la granita di caffè con panna è veramente troppo buona e non posso mica tornare a Parigi senza averla provata no? Ma ancora prima di avere il tempo di ordinare la granita, Andrea parte con una raffica di domande: «Che devo fare? Dargli tempo? Rassegnarmi? Sperare?».
Andrea lo conosco ormai da tanti anni. Quindi capisco subito che, se mi assale così, è perché non sta affatto bene. E allora la prima cosa che mi viene in mente da dirgli è di lasciar perdere, di mandare a quel paese questa persona, di non mettersi di nuovo in una situazione impossibile. Perché poi i cocci chi li raccoglie? Già era stata una tragedia quando sua mamma aveva finalmente capito che era omosessuale e, per mesi, non aveva fatto altro che ripetergli che tutto sarebbe andato a rotoli: e ora come fai? E al lavoro che dicono? E i figli non li vuoi? E io a cercare di convincerla che suo figlio non aveva niente di sbagliato, che l’omosessualità non era mica una malattia, che non c’entrava niente affidarsi al Signore perché Lui ripara tutto…
E allora rispondo troppo velocemente. Senza prendere alcuna precauzione. Facendo esattamente il contrario di quello che va fatto in occasioni come questa: invece di cercare di capire la situazione, sputo sentenze e mi permetto di giudicare, così su due piedi, una persona che non ho mai nemmeno visto. «Se ti dice che sei perfetto da tutti i punti di vista ma che ora non se la sente di vivere una storia d’amore, allora non ti ama. Lascialo perdere. Non ti mettere nei casini!».
Certo, se una persona ci dice che siamo perfetti, ma che poi non è disposta a vivere una storia d’amore, non vuole rischiare, preferisce aspettare e via dicendo, è lecito avere dei dubbi. Anche semplicemente perché, in amore, ciò che conta è proprio il «momento», ossia se si è o meno disposti a vivere con la persona che si ha davanti in «quel momento», se si è pronti a rischiare tutto in «quel momento», se si vuole almeno provare in «quel momento». Ma questo è vero in astratto. Perché poi, nella vita, è tutto molto più complicato. E poi, in fondo, che cosa ne so io di ciò che questa persona ha vissuto prima? Che cosa ne so delle sofferenze che ha attraversato e del tempo di cui ha bisogno prima di ricominciare tutto da capo, magari per l’ennesima volta?
Andrea mi guarda sconfortato. Poi, dopo qualche istante di silenzio, mi dice che in realtà la pensa come me. Che non riesce lui stesso a capire perché quest’uomo lo cerchi non appena lui si allontani. Che i segni di interesse e di attenzione sono tanti, ma che poi, lui, proprio non riesce a lasciarsi andare. E quindi?
Quindi gli chiedo scusa per quella mia reazione troppo immediata e virulenta. Quindi gli spiego che, prima di decidere, forse può aspettare un po’. Quindi gli dico che, in una vita, tre o quattro mesi non sono niente. E che anche io ci ho messo tanto tempo prima di capire che era Jacques l’uomo con cui volevo vivere. Anzi, proprio con Jacques le cose erano partite nel peggiore dei modi. Nonostante oggi sia convinta che sia proprio lui l’uomo che amo e che amerò per sempre. Quindi vale la pena aspettare. Quindi vale la pena non aver troppo fretta.
Andrea ora mi sorride. In fondo mi conosce a memoria. E lo sa che, anche se talvolta mi lasco andare all’irruenza, poi mi calmo e un buon consiglio finisco quasi sempre con il trovarlo…