Svagato, ondivago, “un regista jazz” lo ha definito Alessandro Gassmann. E Rocco Papaleo proprio così si presenta alla stampa per presentare Onda su onda, il suo terzo film da regista in sala dal 18 febbraio interpretato dallo stesso Papaleo, da Gassmann e dalla luminosa Luz Cipriota: un film tanto costruito sul suo amore per la musica che ad accompagnare la conferenza, caso unico, c'era l'orchestra che nel film accompagna il cantante Gegè e gli scontri con il cuoco Ruggero. “Ho pensato al cuoco – dice Papaleo – per me stesso, ma poi ho pensato che sarebbe stato fantastico far interpretare il ruolo di uno sconfitto a un eroe, a un uomo che avesse il fisico e il talento del primo attore. Così ho chiamato Alessandro, che mi ha oscurato... E poi ci siamo basati sull'archetipo dei due amici che prima di farsi del bene si scontrano e così nasce il film”.

Gassmann conosce bene Papaleo, con cui ha lavorato nell'esordio da regista dell'attore, Basilicata Coast to Coast (oltre a vari film come attore), e ogni volta è felice di lavorare con lui: “In ogni film mi fa fare dei viaggi bellissimi. Stavolta mi ha portato a Montevideo, in Uruguay che per lui è la Basilicata del Sud America perché è un paese piccolo tra colossi e poi perché sembra non succedere  nulla. Ecco, un posto neutro è perfetto per cambiare come accade ai due protagonisti”. Continua Papaleo sull'Uruguay, che fa da sfondo alla grande maggioranza del film: “Oltre a queste riflessioni geografiche, mi hanno suggestionato i discorsi del presidente Mujica e poi, andando a Montevideo per i sopralluoghi, ho avuto una folgorazione per quei posti. Montevideo è un posto che è anche un luogo sospeso, astratto, ondivago come le sue architetture. E' un luogo ideale per dare malinconia e poesia a personaggi che una volta finito il film ti vorresti portare a casa”.

Queste sensazioni e libertà fanno proprio parte del metodo da regista di Papaleo: “Rocco  - dice Gassmann – è un regista jazz che parte dalla scrittura ma poi sa ascoltare, si lascia libero a cambiare, deviare, improvvisare. Le imperfezioni che ci sono nei suoi film sono per me un valore aggiunto”. “E' vero – aggiunge Papaleo – mi piace molto ascoltare, sentire cosa ha da dire chi è sul set con me. Per me, come prima cosa vengono l'umanità e l'empatia con gli attori e il resto della troupe: se poi divido la scena con uno come Alessandro, con un bagaglio e uno spessore notevole è ancora meglio. Durante le riprese ha detto delle cose importanti che ci hanno risolto alcuni problemi”.

Si chiude con una canzone la conferenza, cantata proprio da Luz Cipriota, la canzone con cui l'attrice ha convinto Papaleo a prenderla. Un modo insolito per chiudere una conferenza. Come insolito è l'approccio al cinema di Rocco Papaleo.