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Cultura

Fino a che punto può arrivare un gesto d'amore? Il film "Nove Lune e Mezza" prova a rispondere a questa domanda

Trailer del film "Nove Lune e mezza"

Fino a che punto può arrivare un gesto d'amore? È una domanda – questa - che penserete a lungo quando guarderete "Nove Lune e Mezza", un film necessario e tutto italiano che segna due inizi molto importanti: quello di Michela Andreozzi - attrice di cinema e teatro – dietro la macchina da presa, e quello della neonata Vision Distribution, frutto dell'accordo tra il Gruppo Sky Italia e cinque società di produzione indipendenti (Cattleya, Indiana, Lucisano Media Group, Palomar e Wildside). Un film necessario, dicevamo, perché con intelligenza, garbo, ironia e senza giochi di parole, vengono trattate delle tematiche importanti come l'utero in affitto e l'omogenitorialità, ma – soprattutto - è un film in cui si parla di donne e del loro mondo in cui tutti, a cominciare proprio dagli uomini, possono trovare il loro spazio, basta che le rispettino.

"Le donne sono al centro del film e sono raccontate in tutto il loro essere", ha spiegato la Andreozzi a Roma alla presentazione ufficiale. "Ne conosco molte che si sono realizzate con la loro professione e che non hanno necessità di realizzarsi attraverso la maternità; ci sono quelle che la cercano ma non la ottengono, quelle che la ottengono senza averla cercata, ma ci sono anche mille madri pentite e quelle che lo sono diventate per educazione o per altre influenze, religiose e non. La donna non deve per forza essere madre, e nel dire questo rispetto chi lo è. Può realizzarsi anche come essere umano".

Vision Distribution
Vision Distribution 

"Ti posso donare un rene, perché non posso donare un utero"? – è una frase già cult di questo film in cui due sorelle molto diverse, Livia (Claudia Gerini) – sexy violoncellista dall'anima rock – e Modesta, detta Tina (Michela Andreozzi) – di professione vigile urbano – entrambe sulla quarantina ed entrambe sposate – la prima con Fabio (Giorgio Pasotti), la seconda con Gianni (Lillo Petrolo) – si vengono in aiuto proprio sul tema della gravidanza. Tina non può avere figli e su consiglio dell'amico Nicola (Stefano Fresi), ginecologo gay sposato con Manfredi (Max Vado), si farà aiutare proprio dalla sorella che porterà avanti la gravidanza al posto suo, ma la cosa non sarà così semplice come previsto.

"Spesso dimentichiamo che le donne hanno una marcia in più, ma a volte una chance in meno", ha spiegato "l'aspirante regissa", come si definisce simpaticamente la Andreozzi sul suo profilo Facebook. "Se fai un figlio, rischi in alcuni casi di perdere il lavoro, se invece esprimi il desiderio di non averlo, allora sei giudicata una donna inaffidabile. Quindi, in pratica, semmai dovessero assumerti, lo faranno solo se sei frustrata".

Una clip del film "Nove Lune e mezza" di Michela Andreozzi

Senza essere dei fanatici della strumentalizzazione del corpo della donna, perché non vedere la gestazione per altri e quindi l'utero in affitto come un atto d'amore? Perché una donna non può offrire qualcosa di suo? Sono altre domande che la Andreozzi invita a porsi in questo film (lo ha scritto con Alessia Crocini e Fabio Morici) in cui anche la normalità di una relazione gay è mostrata al suo meglio, grazie a Fresi e Vado e a quella coppia omogenitoriale con le sue crisi come tante altre, etero e non. Bravi i protagonisti, anche Pasotti e Lillo (quest'ultimo un po' troppo imprigionato nel suo stesso personaggio), ma esilaranti e fondamentali tutti gli altri, "minori" solo sulla carta, pardon, il cartellone. Da Federica Cifola – i suoi consigli da madre esasperata sono a dir poco "stupendi" (poi capirete il perché) – a Paola Tiziana Cruciani - nei panni di un'ostetrica un po' coatta davvero esilarante – alla nonna (Graziella Marina) fino alle coppie formate da Claudia Potenza e Alessandro Tiberi (ossessivamente religiosi) e da Nunzia Schiano e Nello Mascia, i genitori delle due ragazze nel film, comunisti d'antan con un segreto tenuto nascosto per troppo tempo.

Vision Distribution
Vision Distribution 

Finalmente una commedia italiana che guarda più che mai in faccia alla realtà, la nostra, in cui tutti dovremmo fare il possibile perché molte cose – dal riconoscimento di alcuni diritti fondamentali dell'individuo fino al rispetto degli altri – possano cambiare e – qualora questo sia già avvenuto – migliorare sempre di più. La Andreozzi ci invita ad aprire gli occhi e ci fa notare tutto questo, poco importa se con un sorriso, uno strillo, una lacrima, un vaffanculo, una musica pop o classica (le musiche originali sono di Niccolò Agliardi) sullo sfondo, perché l'importante è farlo, e lei ci è riuscita.

"Nove Luna e Mezza" – prodotto da Arturo Paglia e Isabella Cocuzza – uscirà nelle sale il 12 ottobre prossimo. Da non perdere.

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