Parla con lei

La famiglia perfetta figlia dei pregiudizi

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"Forzatura ideologica", "terrorismo linguistico", "violazione dei diritti delle famiglie". Sono queste le espressioni con cui il segretario generale della CEI, Monsignor Galantino, ha commentato la recente adozione del testo base sulle unioni civili in Commissione Giustizia del Senato. Spiegando poi come, nonostante il "massimo rispetto per i diritti di ognuno", non si possono ridurre "realtà oggettivamente diverse a una sola". Ma di cosa stiamo parlando esattamente? Quale "forzatura ideologica" ci sarebbe nel riconoscere alle coppie omosessuali gli stessi diritti sociali che hanno le coppie eterosessuali? Quale "terrorismo linguistico" si eserciterebbe nel permettere al proprio compagno o alla propria compagna di adottare i propri figli naturali?

Confesso di non capire. A meno che, dietro queste reazioni, non continui ad esserci l'assurda idealizzazione della famiglia perfetta: lui e lei si incontrano, si sposano, e vivono per sempre felici e contenti. Anche se poi non si comprendono, non si tollerano, non si accettano. Anche se poi uno dei due passa il tempo a rimproverare all'altro di non essere esattamente come avrebbe dovuto. E i figli diventano allora una merce di scambio e di ricatto.
Ammetto di non capire. A meno che, dietro queste reazioni, non ci siano altro che pregiudizi e idee prefabbricate. Come se l'orientamento sessuale fosse una garanzia di equilibrio e di stabilità. Come se il semplice fatto di trovarsi di fronte a papà e mamma rendesse radioso il futuro di chiunque.

Ma di cosa stiamo parlando allora? Il "terrorismo linguistico" non consiste proprio nel negare lo statuto di "famiglia" a chi, di fatto, vive già come una famiglia? La "forzatura ideologica" non appartiene a chi pensa di sapere sempre tutto e di avere il diritto di stabilire a priori chi è adatto o meno a diventare genitore?

L'apparenza spesso inganna. E, quasi sempre, la differenza tra "ciò che è" e "ciò che crediamo" è abissale. Non solo perché l'unica cosa che chiedono gli omosessuali è il riconoscimento giuridico di unioni che esistono già. Non solo perché anche i figli degli omosessuali dovrebbero avere il diritto di essere protetti in caso di incidenti, e continuare ad esempio a vivere con chi si è sempre occupato di loro anche se non si tratta del genitore biologico. Ma anche perché, a forza di idealizzare la famiglia tradizionale, si finisce con il dimenticare che talvolta è proprio chi sembra avere "tutto" (papà, mamma, nonni, vacanze e giochi) che manca poi di quel riconoscimento della propria alterità che è la base stessa della fiducia in sé e dell'armonia esistenziale.
Twitter: @MichelaMarzano