Tutte le poltrone che occupa il nuovo AD ATAC (e che non piacciono al M5S)

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Paolo Simioni ha posti nei consigli di amministrazione di società criticate dai grillini. E le poltrone non possono che stridere con la sua nomina a presidente e amministratore delegato di ATAC che la Giunta Raggi ha effettuato in settimana

Paolo Simioni ha posti nei consigli di amministrazione di società criticate dai grillini. E le poltrone non possono che stridere con la sua nomina a presidente e amministratore delegato di ATAC che la Giunta Raggi ha effettuato in settimana. Ne è convinto Sergio Rizzo, che su Repubblica per primo ha rivelato il malessere dell’assessore al bilancio Andrea Mazzillo e oggi solleva il problema nella cronaca romana del quotidiano.



Paolo Simioni: i posti nei CdA di Gavio e ICM

Simioni, infatti, il 27 aprile scorso è stato nominato consigliere di amministrazione della Sias, concessionaria autostradale del gruppo Gavio. E pure che il 10 maggio successivo ha avuto un secondo posto in un altro consiglio di amministrazione: quello del gruppo di costruzioni Maltauro che giusto un anno fa, trascorsa la bufera dell’Expo 2015 che le aveva provocato non pochi problemi, ha cambiato il nome in «Icm».

Rizzo suggerisce di dare un’occhiata al video nel quale il capogruppo grillino a Savona Manuel Meles seppellisce la designazione di Rino Canavese nell’autorità portuale ligure da parte del Comune: «Questa nomina tutela gli interessi di Gavio, più di quelli dei savonesi». E giù considerazioni critiche sul potere e l’influenza di quel gruppo imprenditoriale:

“Questa nomina più che gli interessi dei savonesi tutela gli interessi del gruppo Gavio, dentro l’affare del bitume, dentro il VIO e con importanti rapporti economici nel porto di Genova. Anche per questo motivo riteniamo la decisione del Comune di Savona assolutamente sbagliata” conclude l’esponente del M5S savonese.



ATAC e l’imposizione dall’alto di Simioni

Le stesse cose dice Sara Marcozzi, consigliere abruzzese del MoVimento, sul nuovo ospedale di Chieti targato Maltauro: la consigliera ha bollato l’opera come «la più grande speculazione finanziaria a danno dei cittadini abruzzesi», rievocando nell’occasione le vicende degli «scandali Mose ed Expo».

Rizzo, già che c’è, scavalca i grillini a sinistra:

L’inconciliabilità fra gli incarichi privati di Simioni (peraltro assunti quando già era lautamente stipendiato dalle società comunali) e il suo nuovo incarico pubblico per designazione grillina dunque non è nelle norme ma nei fatti.
Ed è semplicemente incredibile come gli esponenti di un Movimento così attento a certe incompabilità culturali, e ci riferiamo in questo caso agli eletti dei 5Stelle a Roma, abbiano potuto digerire una imposizione del genere senza nemmeno un sussurro.
Perché di imposizione dall’alto si è trattato, senza valutazione su competenze e merito. La conclusione, cara sindaca, è amara: ha ragione Andrea Mazzillo. E ha ragione da vendere. Così si può solo andare a sbattere.



I grillini percepiranno l’incoerenza oppure la regola del silenzio varrà anche in questo caso?