L'Eni chiude un anno difficile, ma il suo ad Claudio Descalzi non perde l'ottimismo. "Per i prezzi delle nostre attività si è trattato di un anno terribile, con tutti gli scenari ciclici e anticiclici sono allineati in modo negativo per noi: petrolio, gas, raffinazione - dice nell'intervista ad Affari&Finanza in edicola - Ma sono molto soddisfatto perché la squadra ha confermato gli obiettivi, come emerge dai conti".
Per Descalzi il terzo trimestre è stato "forse il peggiore da quando sono in azienda (1981, ndr)", ma l'Eni "ha dimostrato una robustezza incredibile: grazie al buon lavoro che ci ha permesso di aprire nuovi pozzi e avviarli rapidamente in Angola, Congo, Egitto, abbiamo recuperato 50mila barili di produzione e compensato quelli persi per i furti in Nigeria e il blocco dell'impianto in Val d'Agri".
Non mancano le critiche al sistema Paese, per l'eco dell'inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti Eni a Viggiano e per i rischi di turbolenza del referendum costituzionale, che possono gettare ombre sulle nomine Eni in agenda a primavera. Sulla sua riconferma Descalzi ha detto: "Lavoro sereno fino all'ultimo giorno: il nostro progetto di trasformazione dell'azienda non è terminato, né è pronto il piano di successione manageriale".
L'ultimo bilancio del suo primo mandato sarà comunque addolcito dai proventi delle vendite di quote di minoranza nei due consorzi in Egitto e Mozambico, frutto delle scoperte di gas recenti dell'Eni. Due dossier da miliardi di plusvalenze, che chiuderanno a mesi e compenseranno il rosso gestionale (484 milioni a settembre). Altra nota positiva viene dalla chimica, avvantaggiata dal mini greggio e che chiuderà il primo anno con cassa positiva. Un viatico verso la Borsa per Versalis? "Voglio continuare il rilancio della nostra chimica, di cui non escludiamo la quotazione".
Per Descalzi il terzo trimestre è stato "forse il peggiore da quando sono in azienda (1981, ndr)", ma l'Eni "ha dimostrato una robustezza incredibile: grazie al buon lavoro che ci ha permesso di aprire nuovi pozzi e avviarli rapidamente in Angola, Congo, Egitto, abbiamo recuperato 50mila barili di produzione e compensato quelli persi per i furti in Nigeria e il blocco dell'impianto in Val d'Agri".
Non mancano le critiche al sistema Paese, per l'eco dell'inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti Eni a Viggiano e per i rischi di turbolenza del referendum costituzionale, che possono gettare ombre sulle nomine Eni in agenda a primavera. Sulla sua riconferma Descalzi ha detto: "Lavoro sereno fino all'ultimo giorno: il nostro progetto di trasformazione dell'azienda non è terminato, né è pronto il piano di successione manageriale".
L'ultimo bilancio del suo primo mandato sarà comunque addolcito dai proventi delle vendite di quote di minoranza nei due consorzi in Egitto e Mozambico, frutto delle scoperte di gas recenti dell'Eni. Due dossier da miliardi di plusvalenze, che chiuderanno a mesi e compenseranno il rosso gestionale (484 milioni a settembre). Altra nota positiva viene dalla chimica, avvantaggiata dal mini greggio e che chiuderà il primo anno con cassa positiva. Un viatico verso la Borsa per Versalis? "Voglio continuare il rilancio della nostra chimica, di cui non escludiamo la quotazione".