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Può un “diverso” giudicare?

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Tempo fa mi fu rimproverato da una persona non LGBT poichè avevo rinunciato all’acquisto di una casa perché era venuto fuori che a pochi metri vi era un campo zingari, per il quale il “popolo del quartiere” aveva tanto protestato, a causa dei numerosi furti di auto, motorini, e negli appartamenti del primo piano.

Il rimprovero portava l’aggravante del mio essere attivista LGBT, poiché il mio essere attivista dovrebbe rendermi “accogliente” verso tutte le minoranze, anche quelle molto lontane da quelle per cui faccio attivismo.

In realtà che i “diversi” abbiano pregiudizi verso altri “diversi” , è prassi ben consolidata.
Ragazze trans che si sentono infastidite dall’insistenza di alcuni arabi quando tornano a casa la sera, architetti transgender che non vogliono fare amicizia in un campo zingari, gay con pregiudizi verso i meridionali, trans medicalizzati con pregiudizi verso i non medicalizzati e genderqueer, persone LGBT atee che hanno pregiudizi verso persone LGBT credenti e così via.

La domanda è: una persona appartenente a una minoranza ha “minor” diritto di giudicare rispetto a un “WASP”? *

Io credo che questa possa essere una critica interna alle comunità di “diversi“. Penso che sia mio dovere far riflettere le altre persone LGBT sui loro giudizi e su come tutto ciò è simile a quando sono loro a riceverli.

Ma andrei molto piano su quando questa critica arriva da un “normale”. Chi aderisce allo stereotipo di normalità socialmente accettata tende a vedere in un unico calderone i “diversi” per orientamento sessuale, religione, etnia, senza vedere l’enorme distanza che può esserci tra un gay, uno zingaro, un musulmano, e quindi la suapretesa” di apertura mentale da una persona LGBT, solo per il fatto di esserlo, manifesta una discriminazione strisciante: quasi come solo il “normale” avesse diritto a prendere le distanze, ma non certo “il bue che dà del cornuto all’asino”.

Quindi secondo me è importante questa duplice opera di educazione: far capire al “normale” che sta velatamente proponendo un discrimine, ma anche far capire al diverso che deve andarci piano con i pre-giudizi.

*WASP: (White Anglo Saxon Protestant, ovvero lo stereotipo di “normale e socialmente accettato”)

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