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Eutanasia, dj Fabo è morto. L'ultimo messaggio: "Sollevato da un inferno di dolore non grazie allo Stato"

(ansa)
L'annuncio di Cappato dalla Svizzera: "Alle 11,40 se ne è andato con le regole di un Paese che non è il suo. Domani al mio rientro in Italia andrò ad autodenunciarmi per il reato di aiuto al suicidio". Filomena Gallo, segretario dell'associazione Coscioni: "Rischia 12 anni di carcere". Saviano: "Per morire con dignità bisogna emigrare. Perdonaci"
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"Fabo è morto alle 11.40. Ha scelto di andarsene rispettando le regole di un Paese che non è il suo". Con queste parole Marco Cappato, dell'associazione Luca Coscioni ha annunciato il decesso di
"Ha morso un pulsante per attivare l'immissione del farmaco letale: era molto in ansia perché temeva, non vedendo il pulsante essendo cieco, di non riuscirci. Poi però ha anche scherzato", ha raccontato Cappato che ha annunciato: "Al mio rientro in Italia, nella giornata di domani, andrò ad autodenunciarmi, dando conto dei miei atti e assumendomene tutte le responsabilità". Il reato che si configurerebbe per l'esponente dei Radicali sarebbe quello di 'aiuto al suicidio', ha detto. "Rischia 12 anni di carcere", ha detto a Sky Tg24 Filomena Gallo, segretaria della'associazione Coscioni sottolineando come Cappato si sia "preso la responsabilità" di tale atto e ha ricordato come molti malati siano "costretti ad emigrare per ottenere l'eutanasia e ciò è discriminatorio anche per i costi che ciò richiede, fino a 10mila euro".

Dopo anni di terapie senza esito, Fabo aveva chiesto alle Istituzioni di intervenire per regolamentare l'eutanasia e permettere a ciascun individuo di essere libero di scegliere fino alla fine. Di qui un video-appello al presidente della Repubblica, realizzato grazie all'aiuto della sua fidanzata e dell'Associazione.
 
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"Sono finalmente arrivato in Svizzera e ci sono arrivato, purtroppo, con le mie forze e non con l'aiuto del mio Stato. Volevo ringraziare una persona che ha potuto sollevarmi da questo inferno di dolore, di dolore, di dolore. Questa persona si chiama Marco Cappato e lo ringrazierò fino alla morte. Grazie Marco. Grazie mille", era stato il suo ultimo messaggio arrivato via Twitter, attraverso l'associazione Coscioni, di Fabo che parlava dalla Svizzera dove era  ricoverato in una clinica per ricevere il suicidio assistito.

L'ultimo appello di dj Fabo: "Sono giunto in Svizzera senza l'aiuto dello Stato"

Oggi era in programma un'ultima visita medica e psicologica per confermare la sua volontà. Con Fabo c'era Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, che attraverso il social aveva risposto risponde: "Grazie a te Fabo".

"Fabo è libero, la politica ha perso", hanno detto Marco Cappato e Filomena Gallo della Associazione Luca Coscioni. "L'esilio della morte è una condanna incivile - affermano - Compito dello Stato è assistere i cittadini, non costringerli a rifugiarsi in soluzioni illegali per affrontare una disperazione data dall'impossibilità di decidere della propria vita morte. Chiediamo che il Parlamento affronti la questione del fine vita per ridurre le conseguenze devastanti che questo vuoto normativo ha sulla pelle della gente".

"Fabiano era un uomo circondato dall'amore, l'amore della fidanzata, della famiglia, degli amici sempre presenti.
Ma non ne poteva più, non riusciva più a vivere in quelle condizioni - ha aggiunto Gallo - Fabo è morto un'ora fa e siamo ancora sconvolti. Ce lo aspettavamo, certo, ma è triste che un italiano debba andare all'estero per affermare la propria libertà".

Fabo, dal suo primo appello a Mattarella era diventato un simbolo: "Ha voluto lui così, ci ha cercato e ha scelto di condurre una battaglia pubblica. Ha chiesto l'aiuto di Marco Cappato per arrivare in Svizzera, per affermare il diritto inalienabile alla libertà individuale". Anche di fronte, attacca Gallo, "a un Parlamento che sceglie di non scegliere, che neanche discute le proposte di legge per l'eutanasia legale, e costringe un italiano ad andare a morire da solo, senza il suo Stato". Le ultime parole di Fabo sono state comunque di gioia: "Ci ha detto che si sentiva finalmente libero, e ci era arrivato con le sue forze, con la sua tenacia, la sua dignità".

"Sono tanti - ha spiegato Gallo - gli italiani che ci chiedono informazioni su come fare: dal 2015 sono stati 225. Di questi, 117 hanno deciso di andare in Svizzera. Non tutti sono morti: alcuni, dopo i test che hanno dato il nulla osta dei medici, hanno scelto comunque di rientrare in Italia. Avuta la certezza che si può fare, hanno deciso di pensarci ancora".

"Non solo per lavorare con dignità, ma anche per morire con dignità bisogna emigrare dall'Italia. E Fabo è morto in esilio perchè il suo Paese, il nostro Paese, non ha ascoltato il suo appello", scrive su Facebook, Roberto Saviano dopo l'annuncio della morte di dj Fabo. "'Sono finalmente arrivato in Svizzera e ci sono arrivato con le mie forze e non grazie all'aiuto del mio Stato. Volevo ringraziare una persona che ha voluto salvarmi da questa vita, un inferno di dolore, di dolore, di dolore'. La persona che Fabo ringrazia - prosegue Saviano - è Marco Cappato, politico, difensore di diritti. Cappato, in un video pubblicato sulla sua pagina Facebook, spiega come in Svizzera non si pratichi eutanasia a chiunque lo chieda, ma c'è assistenza medica che valuta le condizioni che effettivamente consentano di accedere alla morte volontaria. In Svizzera, appunto. In Italia, invece, nel Paese di cui parlar sempre bene, tutti sordi all'appello di Fabo. Questa è l'Italia, una bella cartolina. Un Paese in cui la vita deve scorrere senza impedimenti di sorta, senza intoppi apparenti".

"Tu Fabo hai potuto chiedere di finire la tua vita con umanità e hai potuto farlo con la tua voce - sottolinea Saviano -.
Ti abbiamo sentito distintamente chiedere una morte dignitosa, non esiste giustificazione possibile al silenzio che hai ottenuto in risposta. Non esiste giustificazione e urgenza possibile per la mancanza di empatia, di attenzione e di umanità del Parlamento e del Paese in cui ti è toccato in sorte di nascere e dal quale sei stato costretto ad auto esiliarti per morire. Perdonaci per aver reso la religione che crediamo di osservare talmente vuota da non saper più riconoscere un Cristo quando lo abbiano di fronte".
"In Italia la libertà di scelta è violata. I continui rinvii del parlamento sul testamento biologico evidenziano una mancanza di volontà politica a riconoscere e affermare i diritti delle persone. Rendere impossibile l'eutanasia significa violare il diritto più importante: quello di decidere della propria vita e porre fine al proprio dolore", aveva scritto Saviano in mattinata. "Ancora una volta il Parlamento italiano dimostra di non essere all'altezza dei suoi compiti".
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