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Ciclismo, giornata nera: dopo 70 anni salta il Gp Liberazione

Costi elevati, niente sponsor e pochi finanziatori: gli organizzatori della storica gara romana annunciano di non essere in grado di organizzare l'edizione 2017. Nata su iniziativa delle associazioni partigiane e dall'Unione Velocipedista italiana, era dal 1946 che veniva disputata per festeggiare la fine del nazifascismo

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ROMA - È un giorno tristissimo per il ciclismo italiano, il Gp Liberazione quest'anno non si correrà. Era nato il 25 aprile del 1946, voluto dalle associazioni partigiane e dall'Unione Velocipedista italiana per festeggiare il primo anno di libertà dell'Italia dal nazifascismo. La sua storia non si era mai interrotta, fino a oggi. "Sarebbero bastati 50 mila euro, non di più" racconta Andrea Novelli, il presidente del Velo Club Primavera Ciclistica di Roma, la storica società organizzatrice di quello che nel tempo era diventato una sorta di Mondiale di primavera per dilettanti e, più recentemente, per gli Under 23. "E invece ci ritroviamo a dover dare questa terribile notizia. Nessuno si è fatto avanti, né la Federazione, né gli enti locali. Arrivano solo ora le telefonate "eh, potevi dirmelo", è tardi, è tardissimo ormai, non c'è più tempo, salutiamo questa morte con dolore e speriamo che si rimedi nel 2018". La malattia del Liberazione, ma anche di molte delle corse del ciclismo, in particolare del calendario italiano, si chiama crisi economica. L'addio degli sponsor, l'insolvenza di alcuni degli ultimi finanziatori del progetto, hanno costretto Novelli ad alzare bandiera bianca.

QUANDO IL LIBERAZIONE SI SALVO' PER I 70 ANNI

Già un paio d'anni fa il Liberazione aveva rischiato di scomparire dal calendario: fu poi salvato dall'intervento di una delle botteghe più antiche di Roma, la Cicli Lazzaretti. Le condizioni ora non ci sono più, e allora addio a una corsa che nel suo albo d'oro, aperto da Gustavo Guglielmetti nel 1946, vincitore dentro nuvole di polvere, aveva visto succedersi anche Bugno, Konyshev e molti dei protagonisti del ciclismo attuale, da Manuele Boaro a Sacha Modolo, da Matteo Trentin all'ultimo trionfatore, Vincenzo Albanese, ora neopro con la Bardiani.

Scompare, col Liberazione, una pagina maestosa del ciclismo italiano, fatta di antica bellezza, volontà popolare, gioia ritrovata. Era il 25 aprile di Roma. Era l'ultima corsa sopravvissuta tra le tante che un tempo solcavano le strade della Capitale, e adesso muore anche lei e Roma si ritrova più sola, più triste.
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