MASSIMILIANO SCAGLIARINI

BARI - La concorrenza di Flixbus ha prodotto «una forte contrazione di clienti e quindi di fatturato», che rende necessaria la chiusura delle linee interregionali. Una crisi definita «irreversibile»: per questo ieri il colosso pugliese Marozzi ha comunicato ai sindacati l’avvio delle procedure di licenziamento collettivo per 85 dei 92 dipendenti diretti, con la cessazione dei collegamenti su gomma dalla Puglia verso Roma, Siena, Firenze e Pisa.

«Per stare al passo con i competitor dobbiamo purtroppo attivare le procedure di mobilità», dice Giuseppe Vinella, amministratore delegato di Sita Sud (la società del gruppo che controlla Marozzi, 14 milioni di euro di fatturato annuo) e presidente regionale dell’Anav. L’associazione di categoria negli scorsi mesi ha portato la battaglia in Parlamento, con una norma anti-Flixbus poi cancellata a furor di popolo. «Lo Stato - dice Vinella - ritiene in sostanza che dobbiamo tutti diventare una piattaforma, e ci trasformeremo in piattaforma».

Il riferimento è ai costi di esercizio. Flixbus, nata in Germania e ben presto diventata il riferimento assoluto per i viaggi low-cost su gomma, è un portale di vendita di biglietti che non ha mezzi: organizza il servizio e riconosce all’operatore che lo svolge 65 centesimi a km. Una cifra che secondo Anav non è sufficiente a coprire i costi derivanti dall’applicazione dei contratti nazionali e dall’osservanza delle varie norme a tutela della sicurezza e dei viaggiatori: «La media nazionale - secondo Vinella - è di un euro e 60 centesimi a chilometro».

Il mercato delle linee a medio-lunga percorrenza è concentrato al Sud, come conseguenza della minor efficienza dei collegamenti ferroviari. Ed ecco perché l’impatto di Flixbus è particolarmente forte in Puglia e in Basilicata, dove già altri operatori hanno ridotto le linee statali. «Servirebbe un intervento regolatorio a livello europeo - commenta Maria Teresa De Benedictis, segretario regionale della Filt Cgil -. Le autorizzazioni per le linee di competenza statale devono essere date agli operatori che abbiano la proprietà di almeno un mezzo, e non invece a una piattaforma informatica che vende semplicemente servizi accessori».

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