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Consip, Renzi: "Usata per gettare fango su di me". Interrogazione Pd: "Governo valuti se alcuni carabinieri tramarono"

(imagoec)
Preoccupazione del mondo politico per le ultime rivelazioni sull'inchiesta sulla società pubblica. Parisi (Ala-Sc): "Allarmanti attacchi a democrazia". Carte Csm in procura a Roma, saranno analizzate dagli inquirenti nei prossimi giorni
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ROMA - "Penso che qualcuno che voleva utilizzare Consip per gettare fango su di me vedrà il fango ritorcersi contro, come per l'Expo, come per il Jobs act. Le intercettazioni sono state falsificate per montare un presunto scandalo contro un esponente delle istituzioni". Matteo Renzi parla, intervistato dal direttore del Foglio Claudio Cerasa, per la prima volta della inchiesta Consip dopo le rivelazioni della pm Lucia Musti e nel giorno dello scontro tra la magistrata e il colonnello dei Carabinieri Sergio De Caprio (il capitano Ultimo) che respinge e ribalta le accuse.

"Stimo e rispetto i magistrati e i carabinieri - aggiunge Renzi - perché penso che la stragrande maggioranza siano persone di alto livello a cui riservare gratitudine. Chi è al centro di queste vicende deve avere rispetto delle istituzioni. C'è un giudice a Roma e noi ci fidiamo dei giudici. Si tratta di una vicenda umana che mi è costata, so che persone a me molto care stanno soffrendo per questo". 

Renzi ricorda, poi, le vicende giudiziarie che coinvolsero alcuni ministri del suo esecutivo: "Abbiamo sempre detto che non avremmo permesso a avvisi di garanzia di condizionare il governo - dice l'ex premier - Poi ci furono le dimissioni del titolare delle Infrastrutture Maurizio Lupi (travolto dall'inchiesta sulle Grandi opere ndr), della ministra per lo Sviluppo economico Federica Guidi che si dimise per l'inchiesta Tempa rossa a cui vorrei esprimere gratitudine per il suo lavoro. E i quattro ministri interrogati 'casualmente' la settimana prima del referendum delle trivelle. E non c'è mai stata una condanna passata in giudicato".
 
Renzi ha anche puntato il dito sulla frase frase dell'ex pm di Mani pulite Piercamillo Davigo definendo "una barbarie, quando dice che ci sono cittadini che si presumono innocenti ma che sono colpevoli".

Inevitabile, poi, un riferimento alla vicenda giudiziaria dell'ex Guardasigilli Clemente Mastella: "Una delle tante in cui la politica ha sbagliato, non la magistratura, perché è la politica è stata subalterna".

· L'INTERROGAZIONE DEL PD
Ai ministri di Interno e Difesa si chiede di sapere se non ritengano 'necessario valutare se e in che modo si debba intervenire per verificare se alcuni Carabinieri abbiano realmente tramato contro i vertici democratici del Paese'. Lo scrive il Pd in un'interrogazione depositata, dopo gli ultimi sviluppi di Consip, dal deputato Michele Anzaldi. Si chiede inoltre 'se le dichiarazioni alla stampa del comandante De Caprio (il Capitano Ultimo ndr)siano state autorizzate o meno dai vertici dell'Arma'.

"Se quanto emerso fosse confermato, saremmo di fronte ad atteggiamenti di pubblici ufficiali dell'Arma dei Carabinieri, anche con incarichi di rilievo, che avrebbero tramato per rovesciare il vertice democratico del Paese, in uno scenario ai limiti del colpo di Stato", scrive Anzaldi nel testo della sua interrogazione ai ministri dell'Interno Marco Minniti e della Difesa Roberta Pinotti.

"Di fronte alle accuse rese in sede ufficiale dalla pm Musti, il comandante De Caprio ha risposto con dichiarazioni alla stampa, invece che nelle sedi preposte, che inquietano ancora di più, con repliche dirette a magistrati, ministri, parlamentari della Repubblica, mettendo ancor più in imbarazzo l'Arma dei Carabinieri", prosegue.

Di conseguenza "si chiede di sapere se i ministri interessati non ritengano opportuno quanto necessario, di fronte ad uno scenario del genere, nel rispetto del lavoro della magistratura, considerato che dal lato giudiziario stanno già indagando sia la Procura di Roma sia il Csm, ora che sono emersi i contenuti gravissimi della deposizione di un giudice di fronte al massimo organo della magistratura quale è appunto il Csm, valutare se e in che modo si debba intervenire per verificare se alcuni carabinieri abbiano realmente tramato contro i vertici democratici del nostro Paese, anche per scongiurare il rischio che questa vicenda arrechi un grave vulnus all'immagine dell'Arma dei carabinieri, anche per salvaguardare il fondamentale rapporto dei cittadini italiani con la medesima".

Inoltre si chiede "se i ministri interessati non ritengano opportuno quanto necessario chiedere di acquisire le carte riguardante la deposizione della pm Musti che coinvolge componenti dell'Arma dei carabinieri, ancora in servizio e addirittura oggetto di promozioni".

· LE REAZIONI
"La vicenda giudiziaria che coinvolge Scafarto assume ogni giorno di più caratteri di gravità inaudita. Una cosa sono le indagini, con le quali è indispensabile non interferire, un'altra le reazioni politiche", accusa il ministro dei Beni e delle attività culturali Dario Franceschini, in merito all'inchiesta Consip, che si arricchisce ogni giorno di nuovi dettagli

"Stiamo imparando dai giornali che c'è stato un tentativo, con ogni mezzo, di coinvolgere il premier. Una cosa è il dibattito interno o esterno al Pd, una cosa lo scontro tra partiti o gli attacchi a Renzi, ma questo è un fatto di una gravità istituzionale enorme, e azioni e parole di chiarezza e solidarietà dovrebbero arrivare da tutti, avversari compresi", è stato il duro commento, mentre il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, dato che l'inchiesta è ancora aperta, non ritiene sia il caso esprimersi: "Sul caso Consip, per ragioni istituzionali, non è possibile e opportuno che io intervenga. Trattandosi di una vicenda sulla quale è aperta un'inchiesta, non posso in alcun modo commentare".

"Ho letto le dichiarazioni del colonnello De Caprio che sono da attribuire a lui personalmente e basta, non certo all'Arma dei Carabinieri che ha sempre e continua a dimostrare grande fedeltà a quello che è il proprio ruolo. Credo che dovranno anche essere valutate dal Comando generale", ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti a margine di una visita allo stabilimento Leonardo di Genova.

Intanto, le carte inviate dal Csm e contenenti il verbale di audizione del procuratore di Modena Lucia Musti sui casi Consip e Cpl Concordia saranno esaminate all'inizio della settimana prossima, a piazzale Clodio. Il procuratore Giuseppe Pignatone si riunirà con l'aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi. Solo dopo aver visionato il carteggio spedito ieri pomeriggio via pec, decideranno se inserirlo nel fascicolo relativo alla vicenda della centrale di acquisti della pubblica amministrazione o aprire un fascicolo apposito.

A Franceschini fa eco, compatto, il Pd: il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda, parla di complotto: "Se quanto stiamo apprendendo dovesse risultare vero dovremmo concludere che negli anni passati c'è stato in Italia un vero e proprio complotto, che ha visto coinvolti organi dello Stato, volto a rovesciare istituzioni democraticamente indicate dal Parlamento della Repubblica. In altri tempi si sarebbe parlato di eversione, se non di peggio", ha detto.

Per l'esponente Dem, "gli stralci di atti del Consiglio superiore della magistratura relativi ad una inchiesta giudiziaria in corso alla procura di Modena, pubblicati da alcuni quotidiani questa mattina, hanno dell'incredibile e, se veri, sono di una gravità inaudita...Quel che leggiamo oggi, e che dobbiamo collegare alle notizie sulla stupefacente falsificazione di atti giudiziari che sarebbe stata compiuta dai medesimi soggetti di cui parla la procuratrice di Modena, presenta aspetti di straordinaria gravità istituzionale essendo evidente l'obiettivo di colpire il presidente del Consiglio con iniziative che non voglio commentare".

Chiede, su Twitter, di arrivare al più presto alla verità il senatore Pd Stefano Esposito: "Carabinieri che vogliono arrivare a Renzi, indagini costruite a tavolino? Serve la verità rapidamente".
Di "scenario ai limiti del colpo di Stato" parla il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, annunciando la presentazione dell'interrogazione alla ministra della Difesa, Roberta Pinotti: "Le parole del procuratore di Modena Lucia Musti sul caso Consip, pronunciate in sede ufficiale di audizione di fronte all'organo di autogoverno della magistratura ovvero il Csm, mostrano uno scenario decisamente inquietante e allarmante, ai limiti del colpo di Stato".

Una vicenda che, dice il deputato di Mdp, Gianni Melilla, non va sottovalutato "per logiche di contrapposizione politica... Quello che preoccupa è leggere da quegli stralci, parole di attacco inaudito ad un potere costituzionale democraticamente eletto dal Parlamento. Sembra di tornare alle vecchie stagioni in cui si tramava contro lo Stato, i partiti e la democrazia".

Preoccupazione per quanto è emerso è stata espressa anche dal presidente del gruppo Misto alla Camera, Pino Pisicchio, secondo cui le ultime notizie "rivelano spaccati poco rassicuranti sui comportamenti di uomini delle istituzioni, ma anche la dimensione della deriva che la reputazione della politica ha assunto nella pubblica opinione. È come se chi svolge un ruolo politico e i suoi congiunti fossero colpiti da una sorta di legittimo sospetto: per questa categoria di cittadini esiste solo l'inversione dell'onore della prova. Che però viene accertata sempre troppo tardi. Se poi si aggiunge la voglia di protagonismo di qualche pm che magari si proietta in politica approfittando dei buchi normativi che lo consentono, il danno è bello che consumato".

Il vicepresidente del gruppo Ala-Scelta civica alla Camera, Massimo Parisi, ritiene che "siamo di fronte a preoccupanti attacchi alla democrazia, azioni passate e presenti di rappresentanti dello Stato le cui conseguenze potevano e possono alterare i meccanismi su cui si regge il nostro sistema democratico". E anche Fabrizio Cicchitto di Alternativa popolare parla di una vicenda di inaudita gravità.

• NESSUN COMMENTO DAL PAPÀ DI RENZI
Tiziano Renzi preferisce non commentare le ultime rivelazioni sull'inchiesta: "Non ho dichiarazioni da fare", ha risposto a chi lo ha cercato per avere una battuta in merito alle notizie sulla vicenda che vede il padre del segretario del Pd, Matteo Renzi, indagato. Al suo posto ha risposto il suo legale, Federico Bagattini, secondo il quale, "sembra riconoscere la stessa mano. E tutto si fa ancora più inquietante se l'attacco era al presidente del Consiglio attraverso un uso distorto dell'apparato giudiziario: siamo in un terreno che si chiama eversione".

Quanto a possibili risvolti per quel che riguarda il suo assistito aggiunge: "Dal punto di vista di Tiziano Renzi non cambia nulla, se non un ulteriore profilo di inattendibilità degli atti compiuti. Quello che c'è per me è gia  sufficiente a richiedere l'archiviazione, a prescindere da ulteriori inattendabilità e inaffidabilità degli atti compiuti".
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