FinchéMorteNonViSepari

Bambino: fammi il macho!

Pizzeria. Babbo, mamma, ragazzo, ragazza, un’altra adulta, un bambino.

Adulta: “Che bello questo bambino… ho una nipotina della sua età”.

Babbo: “Potevi portarla e così si conoscevano… mio figlio ha già la vista lunga per certe cose”.

Prova a scambiare uno sguardo di intesa con il figlio che se ne frega e gioca con un nintendo. Non gli fa da spalla per dimostrare la discendenza virile e allora lo rimprovera.

“Francesco… perché non lasci perdere quel coso e non ascolti quello che ti dice la signora? Non è educato giocare mentre ti sta parlando…”

Il bambino fa una faccia perplessa, sbuffa e molla il gioco. Poi comincia a giocherellare con le gambe. Il padre tenta ancora di trascinarlo nella dimostrazione della presenza di un’orma virile in famiglia.

“Senti che ti dice la signora… ha una nipotina della tua età. E’ vero che la vuoi conoscere?”

La madre, empatica, tenta a suo modo di soccorrerlo e gli tende un’altra trappola: “ma lui ce l’ha già la fidanzatina… è vero, amore, che ce l’hai? Come si chiama?”

Il bimbo ha lo sguardo fisso sul Nintendo e io mi chiedo come si fa a dire che la presenza dei genitori a volte possa sostituire quella di un videogioco se il videogioco pare essere più interessante e intelligente dei genitori.

Interviene la ragazza, che deve essere la sorella: “Si chiama Caterina ed è una bambina bellissima…”

Il bimbo va in loop. Ha uno sguardo assente.

Adulta: “Non perché è mia nipote ma vi giuro che è bellissima… cioè… non voglio dire che… le bambine sono belle… tutte… ma mia nipote…”

La salva in calcio d’angolo il ragazzo della sorella il quale sembra il più intelligente di tutti e invece: “Ma Francesco è un latin lover… si può fidanzare con tutte e due… eh, Francesco?” e ride.

Francesco secondo me vorrebbe spararsi una pera di qualcosa ma io spero sempre nella creatività e nel buon senso dei bambini.

Il padre tenta di giustificare l’assenza: “Lo scusi… signora… ma è tanto stanco perché oggi ne ha fatte di ogni.”

“No no, ma s’immagini” – risponde l’adulta – “sono bambini…”.

A questo punto Francesco, “IL” bambino, tira su la testa, fa uno sbadiglio surrealista e afferra il suo giochino. Lo sguardo che passa al padre è della serie “e ora che ti sei servito di me non rompermi più le palle”.

Il bimbo rompighiaccio per conversazioni imbarazzanti, dopo essere stato infarcito di stereotipi e condannato a vivere ruoli di cui non sa niente, con serie conseguenze sulla sua educazione e la sua vita futura, torna a fare il bimbo.

Gli adulti, per così dire, tornano a chiacchierare di cose insulse. Da soli, finalmente.

NB: Marina è un personaggio di pura invenzione. Ogni riferimento a fatti, cose e persone è puramente casuale. Nel suo about dice “Vorrei parlare di violenze nella coppia, nelle relazioni, e tentare di riflettere insieme a voi su una cosa che troppo spesso vedo trattare in modo assai banale.”

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