Milano, 30 novembre 2015 - 10:44

In Italia record di morti premature per inquinamento rispetto all’Ue

Rapporto dell’Agenzia per l’ambiente europea: 84.400 decessi nel 2012, su un totale di 491mila a livello europeo. L’area più colpita si conferma quella della Pianura Padana

di Luca Carra

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L’Italia è il Paese dell’Unione europea che registra più morti prematuri a causa dell’inquinamento dell’aria: sono i dati dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea). Secondo questi dati, nel nostro Paese nel 2012 59.500 decessi prematuri sono attribuibili al particolato fine (PM 2.5), 3.300 all’ozono (O3) e 21.600 al biossido di azoto (NO2). Le tre cifre non possono essere sommate a causa di numerose sovrapposizioni fra i tre inquinanti. Tuttavia resta il dato eclatante dell’Italia che guida la triste classifica europea delle morti da biossido di azoto, dovute come noto agli scarichi delle auto, in particolare dai veicoli diesel. Anche sull’ozono siamo primi in Europa, mentre sulle polveri sottili, emesse anche dalla combustione delle biomasse, condividiamo la prima posizione con la Germania.

Pianura Padana l’area più insalubre d’Europa

L’area più colpita in Italia dal problema delle micro polveri si conferma quella della Pianura Padana, con Brescia, Monza, Milano, ma anche Torino, che oltrepassano il limite fissato a livello Ue di una concentrazione media annua di 25 microgrammi per metro cubo d’aria, sfiorata invece da Venezia. Considerando poi la soglia ben più bassa raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) di 10 microgrammi per metro cubo, il quadro italiano peggiora sensibilmente, a partire da altre grandi città come Roma, Firenze, Napoli, Bologna, arrivando fino a Cagliari.

Siamo ben sopra i limiti di sicurezza

I nuovi dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente confermano al rialzo le stime prodotte a inizio anno dallo studio VIIAS del Ministero della Salute, che quantificava in circa 30mila morti premature l’effetto complessivo dell’inquinamento. «Lo studio italiano aveva stimato gli effetti sulla salute realisticamente prevenibili attraverso decise politiche di riduzione delle emissioni ai livelli di sicurezza dettati dall’Oms», spiega Francesco Forastiere, del Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, che aveva coordinato lo studio. Il rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente si spinge oltre, contando tutte le morti premature teoricamente attribuibili all’inquinamento di polveri, ozono e biossido di azoto, anche al di sotto delle soglie di sicurezza dell’Oms. D’altra parte, è prossimo l’aggiornamento di queste soglie, che lo stesso Oms reputa ormai troppo alte.

L’Europa continua a sottovalutare il problema

Il rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente è destinato a creare scalpore anche a livello di Unione europea, che secondo ricercatori e attivisti continua a sottovalutare il problema rimandando leggi e limiti più stringenti. L’ultimo caso in ordine di tempo - segnalato in Italia dall’associazione Cittadini per l’Aria - è la proposta europea di prevedere sforamenti fino al 210% nelle emissioni di ossidi di azoto nei test su strada delle auto Euro 6. Solo l’Olanda si è finora opposta a una decisione che alla luce del nuovo rapporto sarà difficilmente difendibile.

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