Björk chiama in causa per "molestie" un regista danese. L'attrice, che è stata protagonsta di Dancer in the dark di Lars von Trier con cui litigò ai tempi del set definendolo "sessista", racconta ora con un post su Facebook "l'esperienza con un regista danese, ispirata dalle donne che stanno parlando online in questi giorni" sulla scorta della vicenda Weinstein.
"Poiché vengo da un Paese che è uno dei mondi più vicini all'uguaglianza tra i sessi - racconta la cantautrice islandese - e al tempo venivo da una posizione di forza e indipendenza nel mondo della musica che mi ero duramente guadagnata, è stato subito chiaro quando sono diventata attrice che le umiliazioni e le molestie subite da un regista in quell'ambiente erano la norma, incoraggiate e sostenute da dozzine di membri della troupe".
Racconta, Björk, di essere diventata consapevole che "quel tipo di comportamento è tollerato e incoraggiato. Ho capito che è una cosa universalmente nota che un regista può toccare e molestare le sue attrici a suo piacimento, e il sistema lo permette". "Quando - spiega - io invece ho reagito, più volte, il regista si è indispettito e mi ha punito, creando una rete di impressioni negative nei miei confronti, alimentando negli altri l'idea che ero io quella dal carattere difficile". Ma "per la mia forza di carattere, la squadra che mi circonda e perché non avevo da perdere molto, visto che non avevo ambizioni da attrice, me ne sono andata e in un anno sono riuscita a riprendermi. Ma sono preoccupata per altre attrici che hanno subito la stessa esperienza e magari non sono riuscite a fare altrettanto. Il regista era pienamente consapevole di questo gioco e sono sicuro che il film che ha fatto dopo (probabilmente si riferisce a Dogville con Nicole Kidman, ndr.) si sia basato sull'esperienza vissuta con me. Perché sono stata la prima a opporsi, a non cedere al suo comportamento. E dopo, secondo me, ha avuto un rapporto più giusto con le sue attrici, quindi c'è speranza".
"Speriamo - conclude l'artista - che questa dichiarazione sostenga le attrici e gli attori in tutto il mondo". "Fermiamo tutto questo. C'è un'ondata di cambiamento nel mondo. Gentilezza".
"Poiché vengo da un Paese che è uno dei mondi più vicini all'uguaglianza tra i sessi - racconta la cantautrice islandese - e al tempo venivo da una posizione di forza e indipendenza nel mondo della musica che mi ero duramente guadagnata, è stato subito chiaro quando sono diventata attrice che le umiliazioni e le molestie subite da un regista in quell'ambiente erano la norma, incoraggiate e sostenute da dozzine di membri della troupe".
Racconta, Björk, di essere diventata consapevole che "quel tipo di comportamento è tollerato e incoraggiato. Ho capito che è una cosa universalmente nota che un regista può toccare e molestare le sue attrici a suo piacimento, e il sistema lo permette". "Quando - spiega - io invece ho reagito, più volte, il regista si è indispettito e mi ha punito, creando una rete di impressioni negative nei miei confronti, alimentando negli altri l'idea che ero io quella dal carattere difficile". Ma "per la mia forza di carattere, la squadra che mi circonda e perché non avevo da perdere molto, visto che non avevo ambizioni da attrice, me ne sono andata e in un anno sono riuscita a riprendermi. Ma sono preoccupata per altre attrici che hanno subito la stessa esperienza e magari non sono riuscite a fare altrettanto. Il regista era pienamente consapevole di questo gioco e sono sicuro che il film che ha fatto dopo (probabilmente si riferisce a Dogville con Nicole Kidman, ndr.) si sia basato sull'esperienza vissuta con me. Perché sono stata la prima a opporsi, a non cedere al suo comportamento. E dopo, secondo me, ha avuto un rapporto più giusto con le sue attrici, quindi c'è speranza".
"Speriamo - conclude l'artista - che questa dichiarazione sostenga le attrici e gli attori in tutto il mondo". "Fermiamo tutto questo. C'è un'ondata di cambiamento nel mondo. Gentilezza".