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Il candidato sindaco per il Pd risponde alle accuse: «dovevo chiarire in fretta»

«Forse ho commesso una leggerezza
ma tutelo i miei affetti»

Pisapia e Affittopoli: «Non accetto che si getti fango sulla persona che ho di più caro per colpire me»

Il candidato sindaco per il Pd risponde alle accuse: «dovevo chiarire in fretta»

«Forse ho commesso una leggerezza
ma tutelo i miei affetti»

Pisapia e Affittopoli: «Non accetto che si getti fango sulla persona che ho di più caro per colpire me»

Giuliano Pisapia, candidato sindaco del centrosinistra a Milano
Giuliano Pisapia, candidato sindaco del centrosinistra a Milano
MILANO - È amareggiato «perché se leggerezza c'è stata è stata di non aver chiarito velocemente alcune questioni». È arrabbiato «perché non tollero che colpiscano il mio affetto più grande per colpire me». È preoccupato «perché stiamo perdendo di vista il fatto che abbiamo davvero possibilità di vincere: se qualcuno ha qualcosa da contestarmi, abbia il coraggio e la lealtà di farlo apertamente».

Giuliano Pisapia, candidato del centrosinistra alle elezioni comunali, vuole spiegare una volta per tutte la vicenda che lo ha messo sulla graticola negli ultimi giorni: la presenza della sua compagna Cinzia Sasso negli elenchi dei beneficiari delle case del Pat.

Avvocato Pisapia, ma dove ha visto la macchina del fango?
«Quando ho usato questa espressione non intendevo negare che ci fosse un fatto oggettivo. Ma non accetto si getti fango sul mio affetto più caro per colpire me: se qualcuno vuole delegittimarmi, in un momento in cui emerge in città la voglia di cambiamento, lo faccia senza strumentalizzare situazioni che non mi riguardano direttamente e mettendo in giro voci infondate».

Ad esempio?
«Beh, avevano cominciato a dire che in quella casa si tenevano le riunioni del mio comitato elettorale, poi che era stato messo in casa uno straniero e altre sciocchezze ancora. A che scopo? Colpirmi. Perché se Cinzia non fosse stata la mia compagna, nessuno ne avrebbe parlato».

Però lo è. Quindi le è stato chiesto di chiarire: è trasparenza, no?
«Verissimo. E infatti ci eravamo mossi da tempo: teniamo presente che si tratta di vicende molto lontane e che non mi riguardano direttamente perché, ricordo, io abito in un'altra casa».

Ma non si è mai posto, con la sua compagna, il problema?
«Certo. Perché se voglio amministrare la città non posso avere la compagna che vive, per quanto in modo legittimo, nella casa di un ente che controllo».

E quindi?
«Avevamo fatto da tempo una scelta precisa. Avevamo deciso di andare a vivere insieme e la nostra casa avrebbe dovuto essere pronta per novembre, cioè per quando si sarebbero fatte le primarie. Poi, come immagino sia accaduto a molti, ci sono stati ritardi nei lavori e abbiamo cercato una soluzione alternativa: c'è già una casa in cui Cinzia si trasferirà con suo figlio e il trasloco sarà concluso entro due settimane».

Come ha avuto la casa del Pat, la sua compagna?
«Nell'88 Cinzia, che allora neppure conoscevo, e il suo ex marito avevano casualmente incontrato l'allora sindaco Pillitteri e gli avevano spiegato che non riuscivano a trovare un appartamento. Pillitteri aveva consigliato di fare domanda in alcuni enti e così avevano fatto nell'88 rivolgendosi anche al Trivulzio. La loro pratica era stata esaminata e, oltre un anno dopo, si era stabilito che avevano i requisiti richiesti: nel '90 sono entrati nella nuova abitazione spendendo, tra l'altro, 42 milioni per ristrutturarla».

Ma il contratto è ancora intestato alla Sasso.
«Dopo la separazione, Cinzia era subentrata nell'affitto stipulando un regolare contratto con l'assistenza della Confedilizia e del sindacato inquilini. Il contratto è stato rinnovato nel 2003, sempre attraverso il sindacato ed è scaduto nel 2008: a quel punto si è aperto un contenzioso fra il Pat e il sindacato che si è concluso pochi giorni fa e che riguarda molti immobili. Ma Cinzia aveva già dichiarato di non essere interessata al rinnovo: come ho spiegato avevamo preso casa altrove».

Perché la Sasso ha avuto la casa e altri più bisognosi no?
«Da un lato ha ragione, dall'altro dico che bisogna ricostruire i fatti dall'origine. E comunque non si può addebitare a me il fatto che non ci sia stato un controllo nell'assegnazione delle case e nella gestione dei contratti. Io voglio cambiare l'attuale amministrazione anche per questo: perché la Moratti non ha vigilato sui vertici del Pat, sulla gestione delle case popolari e di tutto il patrimonio immobiliare della città?».

Si è sentito isolato in questi giorni?
«Ho avuto molti incontri con la base e i vertici e mi è stata manifestata una grande solidarietà: abbiamo tutti insieme molta voglia di vincere le elezioni».

Tra i vertici del Pd i malumori ci sono...
«Se c'è qualcuno che vuole porre dei problemi sono disposto ad affrontarli apertamente, ma l'importante è che queste persone abbiano il coraggio e la lealtà di uscire allo scoperto. Vediamo di non farci del male da soli».

Elisabetta Soglio
21 febbraio 2011(ultima modifica: 22 febbraio 2011)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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