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Gran Bretagna, Labour party: l'ascesa dei giovani di Momentum dietro il trionfo di Corbyn

Cos'è e per cosa si batte l'organizzazione che forse più ha inciso sulla vittoria schiacciante del leader alle primarie laburiste. Oltre le ironie della stampa, un movimento che 'sposta' il partito a sinistra con una piattaforma che mira ad ampliare la democrazia interna e le decisioni dal basso

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LONDRA - E' il giorno dopo la vittoria a valanga di Jeremy Corbyn nelle primarie del partito laburista. Dove va il riconfermato 67enne leader del Labour a celebrare? Non in famiglia, con la terza moglie e i figli. Non con i suoi stretti collaboratori e consiglieri. E nemmeno all'appena iniziato congresso annuale laburista. No, dopo un'intervista mattutina con il più popolare talk-show domenicale della Bbc, Corbyn va a "The World Transformed" (Il mondo trasformato), congresso di Momentum, l'organizzazione giovanile (ma non limitata soltanto ai giovani) che forse più di ogni altra ha contribuito al suo successo.
 
"Le idee portate avanti dal vostro movimento sono assolutamente essenziali", dice il leader laburista in un improvvisato discorso a sorpresa, nel senso che non era in programma e nessuno se l'aspettava, ringraziando i militanti per l'appoggio che hanno dato alla sua rielezione. "La gente è stanca della politica dall'alto al basso, stanca di sentirsi dire che non c'è un'alternativa economica a quella attuale", continua. "Invece esiste un'alternativa all'austerità e all'accettazione dell'agenda economica che ci è stata imposta negli ultimi 30 anni in Europa occidentale e negli Stati Uniti, e per questo assistiamo a un ritorno all'entusiasmo per la politica". Gli applausi si sprecano. Gli attivisti lo cingono da tutte le parti come una rockstar. E Corbyn, come sua abitudine, diverso anche in questo dai politici tradizionali, non scompare appena terminato l'intervento: si ferma a parlare, a lungo, con ciascuno dei ragazzi che lo avvicinano, dando l'impressione di essere profondamente interessato a quello che gli dicono e di non avere nient'altro di meglio da fare che stare lì a parlare con loro.
 
Anche Momentum è giovane: è nato meno di un anno fa, per l’esattezza quattro settimane dopo la prima elezione di Corbyn a leader del Labour. In neanche dodici mesi vi si sono iscritti 17 mila membri. Se si aggiungono i sostenitori senza tessera, è un movimento con ancora più seguaci: secondo dati del luglio 2016 sarebbero in tutto più di 100 mila. Di certo è diventato in un batter d'occhio l'organizzazione giovanile più influente di Gran Bretagna. Non è necessario essere studenti o giovani per farne parte: tra i suoi militanti ci sono persone di tutte le età. Ma sono unite dal desiderio di cambiare a fondo la politica, per cambiare la Gran Bretagna e un giorno, chissà, il mondo. Non sanno quanto tempo ci vorrà, ma i giovani hanno il tempo dalla propria. E per cominciare hanno cambiato il Labour, spostandolo più a sinistra di quanto sia mai stato negli ultimi tre decenni.
 
La stampa conservatrice dipinge Momentum come un movimento neo-marxista, sostenendo che gruppi dell'estrema sinistra britannica, come il Socialist Worker Party e altri gruppuscoli da sempre marginali, vi hanno aderito per "infiltrarsi" nel partito laburista e determinarne la linea. E' uno scenario da romanzo di fantapolitica: per fare un paragone vicino a noi, è come immaginare che Lotta Continua e altri partitini dell'estrema sinistra italiana degli anni '70 si fossero iscritti in massa alla Fgci per influenzare il Pci e fare eleggere segretario un esponente dell'ala più radicale, un Ingrao o un Cossutta, per esempio. Ma quando Corbyn ha vinto a sorpresa le primarie ed è diventato leader del Labour, un anno fa, Momentum non esisteva ancora: la sua prima vittoria è stata il frutto di un diffuso desiderio di cambiamento nell'elettorato laburista, oltre che del carisma di un uomo politico effettivamente diverso dagli altri, più genuino, meno dipendente dagli spin doctor e dal marketing, più "normale".
 
Da allora, tuttavia, è vero che i militanti di Momentum sono diventati come l'avanguardia del Corbynismo. Sabato, poche ore dopo la riconferma di Corbyn a leader con il 62 per cento dei voti (una percentuale perfino superiore al 59 per cento di un anno fa, che era già fra le più alte nella storia laburista), il leader di Momentum, Jon Lansman, non ha perso tempo ad ammonire i deputati ribelli che all'ìnizio dell'estate avevano votato la sfiducia al leader, mettendo in moto la crisi che ha reso necessarie nuove primarie per stabilire chi comanda nel partito: "Abbiamo appena visto un'altra larga maggioranza schierarsi per Corbyn. Ora bisogna aspettarsi che tutti lo sostengano, inclusi i deputati laburisti". Parole riecheggiate da un alleato di Momentum, Len McCluskey, potente capo dei sindacati britannici Unite: "Esortiamo i deputati a seguire il segnale pro-Corbyn che la base del partito ha inviato per la seconda volta in un anno. Questo significa rispettare Corbyn e sostenere la sua squadra. Basta complotti, golpe nei corridoi e pugnalate alla schiena".
 
Momentum rappresenta insomma la punta dell'iceberg dell'entusiasmo per Corbyn, un entusiasmo ripetuto dai tanti ragazzi ai suoi comizi che vanno a dirgli: "Grazie a lei sono ritornato a credere nella politica". Un entusiasmo che, come Corbyn ha sottolineato nel primo commento dopo la vittoria nelle primarie, ha triplicato in un anno e mezzo il numero degli iscritti al Labour, che ora sono 600 mila, "più di ogni altro partito in Europa occidentale", afferma lui. I media tradizionali notano che quei 600 mila sono "l'1 per cento della popolazione britannica" e che, negli ultimi sondaggi, Corbyn ha 11 punti di distacco dalla premier conservatrice Theresa May. Gli stessi media ironizzano su una recente iniziativa di Momentum: offrire servizi di asilo nido alle manifestazioni. "Compagni in erba", "piccoli militanti crescono", sono i sarcasmi che Times, Telegraph e Sun riservano al movimento giovanile.
 
Eppure a "The world transformed", il convegno di Momentum, indetto negli stessi giorni del congresso laburista di Liverpool, si avverte una passione e una speranza autentica. "Per venti o trent'anni il partito laburista è rimasto completamente sconnesso dalla gente che diceva di rappresentare", dice Andy Thompson, studente di medicina dello Yorkshire. "Questa è la vera democrazia, in cui tutte le voci contano e vengono ascoltate, non come ai tempi di Blair in cui una cricca ristretta decideva tutto", dice Sheila Rochest di Birmingham. E infatti la prima promessa del Corbyn II, del Corbyn rieletto leader, è ampliare la democrazia interna, dare a tutti gli iscritti la possibilità di influire, magari votando, sulle scelte politiche, le decisioni, perfino la composizione del governo ombra del partito. Il "mondo trasformato" di Momentum sembra una grande assemblea, in cui si dibatte di alloggi popolari, nazionalizzazione delle ferrovie, diritti per i disabili, proprietà collettiva e pace mondiale, fra seminari di musica e d'arte, conversazioni con il regista Ken Loach e t-shirt con la scritta, in spagnolo, "Soy Corbynista!" (Sono Corbynista!). Forse questo spicchio dell'1 per cento degli iscritti al Labour non riuscirà a fare la rivoluzione in cui crede, e Corbyn verrà travolto dalla May alle prossime elezioni. Ma la corsa di Momentum (che in inglese significa "velocità") è appena iniziata. Vedremo dove porterà il Labour.