11 ottobre 2017

Il recupero della fauna dopo le estinzioni di massa

Dopo le grandi estinzioni di massa verificatesi sulla Terra centinaia di milioni di anni fa, il ripopolamento avvenne grazie a poche specie che si diffusero ovunque nella Pangea, il super-continente da cui ebbero origine i continenti attuali(red)

Centinaia di milioni di anni fa, sulla Terra si verificarono estinzioni di massa che portarono alla scomparsa della maggior parte delle specie viventi. Questi catastrofici eventi furono seguiti da periodi caratterizzati da bassi livelli di biodiversità, in cui alcune nuove specie dominavano ampie regioni del supercontinente Pangea: lo afferma uno studio pubblicato su “Nature Communications” da David Button, dell'Università di Birmingham, nel Regno Unito e colleghi.

I risultati indicano che le estinzioni di massa possono avere conseguenze prevedibili e gettano una luce su come le comunità biologiche potranno cambiare in futuro, in risposta all’attuale tasso di estinzione delle specie animali, che le stime indicano come elevato.

Il recupero della fauna dopo le estinzioni di massa
Illustrazione di Lystrosaurus nell'ambiente terrestre successivo alla grande estinzione del Permiano-Triassico. (Credit Victor O. Leshyk)
Due casi esemplari per studiare le modalità di ripopolamento della superficie terrestre dopo grandi estinzioni sono gli eventi del Permiano-Triassico, verificatosi circa 252 milioni di anni fa, in cui sparirono il 96 per cento delle specie marine e il 70 per cento dei vertebrati terrestri, e quello del Triassico-Giurassico, verificatosi circa 200 milioni di anni fa, in cui scomparirono 70 famiglie di organismi terrestri e di 60 famiglie di organismi marini, favorendo la successiva diffusione dei dinosauri, che dominarono l'era successiva.

L'ipotesi attuale è che dopo questi “disastri faunistici”, la ripresa sia stata caratterizzata dalla diffusione di un piccolo numero di specie. A questo modello, tuttavia, è mancata finora una convincente verifica, perché gli studi condotti sull'argomento si sono limitati a piccole regioni geografiche.

Button e colleghi hanno focalizzato l'attenzione sui cambiamenti a lungo termine della biodiversità sul super-continente Pangaea, che riuniva anticamente tutte le terre
emerse e che si frantumò circa 180 milioni di anni fa a causa della tettonica delle placche, dando origine ai primi continenti. I ricercatori hanno analizzato in particolare i dati riguardanti 900 specie animali presenti sulla Terra tra 260 milioni e 175 milioni di anni fa circa.

I loro risultati mostrano che dopo le estinzioni di massa, le comunità biologiche persero un gran numero di specie, ma furono anche dominate da specie appena evolute, che si diffusero in tutto il globo, determinando così un basso livello di biodiversità. Uno degli animali a grandissima diffusione dopo la grande estinzione del Permiano-Triassico era il Lystrosaurus, un antico parente dei mammiferi, i cui fossili sono stati ritrovati in Russia, Cina, India, Africa e Antartide.

Questi schemi comuni indicano che le estinzioni di massa hanno un'influenza prevedibile sulla distribuzione animale e potrebbero perciò servire da guida per gli attuali progetti di conservazione delle specie minacciate di estinzione.