Per le strade di San Sperate, in Sardegna, sventolano drappi bianchi, appesi a terrazze, finestre e porte. E’ morto Pinuccio Sciola, all’età di 74 anni. Su un muro si legge la scritta Sardu Scultore.
Pinuccio Sciola è stato uno scultore-sognatore, ma non solo, infatti, i suoi Murales hanno trasformato San Sperate in un museo a cielo aperto.
La sua curiosità giovanile lo porta a stringere amicizie con artisti del calibro di Manzù, Sassu e Moore, ma questo per Pinuccio non è abbastanza. Negli anni settanta si reca a Città del Messico per lavorare con il grande muralista Alfaro Siquieros.
Una personalità dunque dal profilo internazionale che però nel corso della sua vita non perderà mai il contatto con la sua terra. E’ qui che creerà il Giardino Sonoro, uno spazio in cui pietre megalitiche si alternano con i profumati alberi di agrumi. Un giardino incantato, senza tempo. In una sua poesia si legge – il mio tempo non ha tempo – .
Pinuccio Sciola era un uomo antico, capace di entrare in contatto pronfondo con le pietre fino a restituirgli la voce, è da questo dono che nascono le sue opere Pietre Sonore. Con estrema cura le sceglieva in natura, effutando poi delle “ferite” nella pietra stessa in modo da tirarne fuori tutta l’energia possibile. Accarezzandandole, suonandole, Pinuccio è riuscito a svelarci i suoni nascosti racchiusi nelle diverse tipologie di pietre: suoni siderali che hanno la capacità di comunicare con la luna e le stelle perchè –la pietra oggi è la memoria dell’universo-.
Nel Giardino Sonoro di Sciola abbiamo la possibilità di partecipare alla sua arte, suonando l’elemento primo, la pietra, scoprendone i suoni ancestrali.
Ma entrare dentro a una pietra significa anche impare ad ascoltarne il silenzio e cosí Pinuccio ha creato delle pietre dentro le quali è possibile sdraiarsi e semplicemente stare con la materia .
Come lui stesso diceva – La musica del silenzio dentro la pietra è dentro il mondo, è quello che ci accompagnerà sempre -.
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