Detenuto si impicca a Sollicciano, sindacati all'attacco: "Da Comune e Regione solo iniziative di facciata"

L'uomo si è tolto la vita nella sua cella: era stato arrestato per favoreggiamento di immigrazione clandestina

Un carcere

Un carcere

Firenze, 12 maggio 2015 - Un detenuto originario dell'Eritrea si è impiccato questo pomeriggio nella sua cella del centro clinico del carcere di Sollicciano. Ne dà notizia il Sappe: «Nulla ha potuto il pur tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari, purtroppo», spiega Donato Capece, segretario del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria. Sempre il Sappe spiega che l'uomo era recluso per favoreggiamento di immigrazione clandestina e «aveva appena terminato un trattamento sanitario obbligatorio per evidente problemi psichici».

«In un anno la popolazione detenuta in Italia è calata di poche migliaia di unità, ma i problemi permangono ed in carcere purtroppo si continua a morire - afferma Capece - Il 30 aprile scorso erano presenti nelle celle 53.498 detenuti, che erano l'anno prima 59.683. La situazione nelle carceri italiane resta ad alta tensione: ogni giorno, i poliziotti penitenziari nella prima linea delle sezioni detentive hanno a che fare, in media, con almeno 18 atti di autolesionismo da parte dei detenuti, 3 tentati suicidi sventati dalla polizia penitenziaria, 10 colluttazioni e 3 ferimenti. E questo determina condizioni stressanti per le donne e gli uomini della polizia penitenziaria, sempre a contatto con i disagi umani e con conseguenti fattori di stress. Disagi che si accentuano se, come accade a Sollicciano, il servizio della polizia penitenziaria e la stessa quotidianità penitenziaria risente di una complessiva disorganizzazione generale dei servizi».

«Per quanto riguarda Firenze Sollicciano - il segretario generale dell'Osapp, l'Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria, Leo Beneduci - è la sesta morte da quando c'è la nuova direttrice e la prima morte dalla sostituzione, la settimana scorsa, del comandante per volontà del provveditore regionale Carmelo Cantone in ragione dei gravi problemi organizzativi e gestionali della struttura». «Peraltro - afferma Beneduci - per il carcere di Firenze c'è da chiedersi quanto abbia influito, rispetto all'ultimo grave evento, la riduzione a zero delle prestazioni straordinarie solo per alcune unità impiegate nelle mansioni maggiormente operative» ma anche il fatto che «il detenuto aveva già dato tangibili segni di squilibrio psichico». Beneduci chiede anche di sapere quale sia la «sensibilità dei vertici locali e regionali dell'amministrazione visto che a Sollicciano ci si preoccupa tantissimo di iniziative di facciata, come gli 'aperitivi galeotti' ed il teatro, e non invece della salute e dell'incolumità psico-fisica del personale di polizia penitenziaria e dei detenuti. Proprio per questo l'Osapp ha da tempo richiesto una accurata indagine propedeutica all'avvicendamento degli attuali direttore del carcere e del provveditore regionale ma il Guardasigilli Orlando e il capo del Dap Consolo sembrano non preoccuparsi di quella che invece agli occhi del sindacato risulta essere una vera e propria ecatombe».

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