21 gennaio 2018 - 16:39

L’Spd vota sì all’accordo con Merkel Germania verso la Grande Coalizione

Passa la linea del leader socialdemocratico Martin Schulz. Al congresso riunito a Bonn i voti favorevoli sono stati 362, 279 i contrari

Martin Schulz Martin Schulz
shadow

«Je suis soulagée», sono sollevato, ci dice in francese Martin Schulz, uscendo dalla sala. Ma il leader della Spd appare stremato, le occhiaie profonde, la voce rauca. Ha vinto di misura la sua scommessa, ma non esce benissimo da una prova di forza che conferma tutta la fragilità della sua leadership.

Il congresso straordinario della socialdemocrazia tedesca ha detto sì all’avvio di trattative formali con la Cdu-Csu di Angela Merkel per dar vita a una nuova Grosse Koalition. Ma i 362 voti a favore e i 279 contrari, cioè una maggioranza di appena il 56,4%, fotografano un partito diviso e tormentato dai dubbi. La strada è ora aperta a un negoziato di governo, che dovrebbe cominciare nei prossimi giorni e concludersi entro la metà di febbraio. Tuttavia, ammesso che si arrivi all’accordo di coalizione, ci sarà ancora da superare un ultimo ostacolo: il referendum per posta dei 450 mila tesserati della Spd, che potrebbe allungare i tempi di altre tre settimane.

Il D-Day dei socialdemocratici non ha smentito le aspettative, almeno quanto a tensione drammatica e passione politica. Cinquanta oratori si sono alternati sul podio in quasi cinque ore di dibattito, aperto da un discorso non proprio entusiasmante di Martin Schulz. L’ex presidente dell’Europarlamento ha difeso i risultati ottenuti nel negoziato preliminare, ricordando che l’alternativa a una Grosse Koalition sarebbe il voto anticipato: «Non credo che sia per noi la giusta prospettiva». Ma ha promesso che si batterà per strappare nuove concessioni alla Cdu-Csu nella imminente trattativa e che, nell’eventualità di una partecipazione al governo, questa volta «la Spd sarà visibile, udibile e riconoscibile», chiaro riferimento al profilo senza qualità e alla marginalizzazione della socialdemocrazia che hanno caratterizzato gli ultimi anni di Grosse Koalition, dominati da Angela Merkel.

Schulz ha ricevuto un applauso formale e senza calore. Ma ad accendere la platea dei favorevoli è stata la capogruppo dei deputati Spd al Bundestag, Andrea Nahles, protagonista di un intervento appassionato e travolgente: «La gente ci prenderebbe per matti se nonostante i buoni risultati ottenuti nelle trattative preliminari, optassimo per nuove elezioni», ha detto il ministro del Lavoro uscente. Nahles ha annunciato anche che farà di tutto nella trattativa per ottenere di più dalla Cdu-Csu: «Negozieremo fino a farli squittire».

Non è stata la giornata di Kevin Kühnert e dei suoi Jusos, nonostante il leader dei giovani socialdemocratici ce l’abbia messa tutta per bloccare l’intesa e le sue critiche abbiano dato voce all’umore profondo del partito. Kühnert ha attaccato Schulz e la direzione della Spd, che subito dopo la sconfitta alle elezioni di settembre avevano annunciato la scelta di stare all’opposizione, salvo poi ripensarci e riaprire il dialogo con la Cdu-Csu dopo il fallimento dei negoziati per un governo con liberali e Verdi: «Grazie a questi folli zig zag abbiamo perso ulteriore credibilità». In ogni caso, secondo Kühnert, «una nuova Grosse Koalition sotto la guida di una cancelliera priva di idee significherebbe lo stallo per il Paese». Rispondendo indirettamente a un esponente della Csu, che aveva definito quella degli Jusos la «rivolta dei nani», Kühnert ha ribattuto fra gli applausi che è «meglio essere oggi una volta nani, per diventare giganti domani».

Alla fine ha prevalso la disciplina di partito. Ma l’impegno, contenuto nel documento finale, di cercare di ottenere alcune concessioni dalla Cdu-Csu in tema di assunzioni a tempo determinato, ricongiungimenti familiari per i profughi e uguaglianza degli onorari medici tra sanità pubblica e privata, inserisce un’ulteriore insidia nella trattativa.

Angela Merkel ieri l’ha platealmente ignorata, preferendo invece commentare positivamente la decisione del congresso socialdemocratico: «Ora la via per una trattativa è libera», ha detto la cancelliera, arrivando alla riunione della direzione cristiano-democratica, convocata per decidere i prossimi passi. Merkel ha aggiunto che l’intesa preliminare definisce la cornice del prossimo negoziato con la Spd, anche se «molte cose devono essere ancora chiarite».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT