Roma

Nottingham, ragazza romana picchiata e uccisa da un gruppo di bulle

Mariam Moustafa (da Facebook
La diciottenne Mariam Moustafa, di origine egiziana, è stata aggredita il 20 febbraio in Inghilterra ed è morta mercoledì scorso dopo 12 giorni di coma
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È nata a Roma e cresciuta a Ostia Mariam Moustafa, la diciottenne egiziana picchiata da una baby-gang di ragazzine inglesi nel centro di Nottingham. L'aggressione alla giovane studentessa di ingegneria deceduta mercoledì scorso dopo 12 giorni di coma risale al 20 febbraio. La ragazza ha cittadinanza italiana: si è trasferita oltremanica insieme alla famiglia quattro anni fa.

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I parenti di Mariam hanno puntato il dito contro i sanitari che avevano dimesso la giovane poche ore dopo il ricovero senza accorgersi di un'emorragia cerebrale e hanno accusato la polizia di non aver indagato su un'aggressione di chiara matrice razzista (l'unica ragazza fermata, una 17enne, è stata già rilasciata).

Intanto le autorità egiziane si sono mosse per chiedere ai colleghi britannici di condividere le informazioni e consegnare alla giustizia i responsabili il prima possibile. I media egiziani hanno denunciato i ritardi nelle indagini e sui social è partita la campagna con l'hashtag "i diritti di Mariam non andranno persi".

La Procura di Roma ha aperto una indagine in relazione alla morte di Mariam. Il fascicolo, nel quale si ipotizza il reato di omicidio, è stato affidato al sostituto procuratore Sergio Colaiocco.

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La 18enne, che studiava ingegneria al Nottingham College, è stata aggredita alla fermata dell'autobus all'esterno del Victoria Centre, in Parliament Street, il 20 febbraio alle 20. Ha cercato di fuggire alla furia del gruppo, che l'aveva trascinata per terra per oltre venti metri, salendo a bordo di un autobus. Il branco, composto da una decina di ragazze, l'ha però seguita e ha continuato a picchiarla anche sul mezzo, finché non è intervenuto l'autista che le ha bloccate. Mariam aveva già perso i sensi. È stata portata al Queen's Medical Center dove i medici l'hanno dimessa poche ore dopo. Il giorno seguente è stata ricoverata d'urgenza al Nottingham City Hospital dov'è morta dopo dodici giorni di coma. Il gruppo aveva ripreso tutta l'aggressione con il cellulare e condiviso poi i filmati con gli amici.
La famiglia Moustafa non ha dubbi: l'aggressione è per motivi razziali. Lo hanno raccontato il padre, Muhammad, e la sorella minore, Mallak, ai media britannici. Lo zio di Mariam, Amr ElHariry, ha anche riferito che sua nipote stava camminando per strada quando un gruppo di ragazze di 15-17 anni le ha urlato contro, chiamandola "black rose", "rosa nera", una chiara allusione al colore della sua pelle. Mariam e Mallak erano già state aggredite quattro mesi prima ma "la polizia non aveva fatto nulla per individuare i responsabili". La sorella ha anche dichiarato di aver visto alcune di quelle persone coinvolte "deridere il coma" di Mariam su Instagram. In rete circolano anche alcuni video dell'aggressione.

La famiglia se la prende anche con i medici che l'hanno dimessa dopo poche ore. Lo zio ha detto che sua nipote è stata ricoverata in ospedale verso le 21, ma è stata dimessa alle 2 del mattino, anche se stava ancora soffrendo. "Siamo arrabbiati per il fatto che l'ospedale l'abbia dimessa e non sia stato in grado di individuare un'emorragia cerebrale", ha confermato.

La polizia di Nottinghamshire ha confermato che è in corso un'approfondita indagine e ha chiarito che "al momento non ci sono informazioni per suggerire che l'aggressione sia stata motivata dall'odio ma continuiamo a mantenere una mente aperta". Nei giorni scorsi una ragazza di 17 anni era stata fermata con l'accusa di aggressione aggravata ma è stata poi rilasciata su cauzione. Diversi altri giovani sono stati invece interrogati.

Ora gli inquirenti attendono i risultati dell'autopsia per chiarire meglio le cause del decesso cercano possibili testimoni, anche utilizzando il video di una telecamera dell'autobus assicurando che il caso viene seguito con la massima attenzione.