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Sono una donna disabile e mi giudicano male perché vorrei assistenza sessuale

 

Lei scrive:

Cara Eretica,

sono una donna disabile di 39 anni. Non ho mai avuto una relazione fissa e la mia vita sessuale si può riassumere in pochissimi e sporadici rapporti in tutta la mia vita. Vivo da sola, grazie a tanti sacrifici sono riuscita a guadagnarmi una buona posizione lavorativa, posso guidare, andare in tutti i posti con accessibilità per disabili e se non fosse per un pregiudizio radicato in molte persone potrei avere una vita sessuale più attiva.

Vivo in un piccolo centro di provincia con diecimila abitanti e capisci bene che qui ci conosciamo tutti e non è semplice fare una richiesta che non sia interpretata come immorale. Per la mia professione tra l’altro non posso fare niente che abbia un impatto negativo sulla mia reputazione. Ho una persona che mi aiuta in casa e mi aiuta anche con alcune altre necessità che riguardano la mia salute fisica. A lei chiedo di accarezzarmi e abbracciarmi, ogni tanto, per tentare di superare momenti di necessità fisica ed emotiva.

Non si tratta però di una vera e propria vita sessuale perché non c’è alcuna attrazione e temo che nessuno mai si sentirà attratto/a da me. La mia necessità non è proprio quella di provare un orgasmo. Non so cosa sia e non sono certa di poterlo provare. Vorrei però una relazione fisica fatta di tenerezza e non saprei davvero a chi chiedere senza sembrare una patetica idiota.

So di non essere patetica né tanto meno idiota ma vedo gli sguardi della gente e per quanto io abbia imparato ad accettarmi non so chi mai potrebbe farlo per una relazione fisica senza vedere sguardi inorriditi nelle persone che potrebbero piacermi. Quando ho letto di un movimento di persone che chiedevano una legge per l’assistenza sessuale ho sperato che avvenisse in breve tempo. Ho pubblicato sul mio profilo facebook un articolo che parlava della proposta e mi sono arrivati commenti perfidi, perfino da persone che non conoscevo. Ho provveduto a rendere il mio profilo totalmente privato ma quei commenti non li ho voluti cancellare perché mi ricordano di quanta ignoranza e di quanti pregiudizi ci sono ancora nel mondo.

Mi hanno contestato soprattutto il fatto che una nelle mie “condizioni” non avrebbe dovuto pensare cose del genere, come se la mia condizione fosse sinonimo di castità. Sono loro supposizioni perché io non ho mai voluto un’aureola e la cosa che mi stupisce è come sia normale pensare agli affari degli altri con tanta tenacia e cattiveria. Che male potrei fare se avessi bisogno di un assistente sessuale? A mio avviso nessuno. Come posso fare a combattere una battaglia per poter aspirare ad una vita sessuale con qualcuno preparato e attento come potrebbe essere solo un assistente sessuale?

Rivolgo questa domanda a te e alle tante persone che ti seguono e mi piacerebbe leggerne i pareri. Ho diritto ad una vita sessuale o no? E ho diritto a compiere le mie libere scelte o no?

Ti ringrazio per quello che fai e grazie per lo spazio che spero mi concederai.

Mirella

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4 pensieri su “Sono una donna disabile e mi giudicano male perché vorrei assistenza sessuale”

  1. Certo che ha diritto ad una (buona) vita sessuale – purtroppo in Italia sembra un’assurdità.

    Qualche tempo fa, per dire, su una nota emittente cattolica si parlava della disabilità quasi come di una “grazia” proprio perché ritenuta una “protezione” contro il peccato (ovviamente quello sessuale, l’unico di cui ci si occupi in modo così ossessivo)…

  2. Ecco un altro esempio, ahimè, di persona con sacrosante pulsioni sessuali che ha il sacrosanto diritto di esternare e vivere e godersi (alla faccia dell’emittente cattolica, che poi pensino alle loro, di pulsioni sessuali da cui proteggersi, che potremmo scriverci un’intera enciclopedia) e che invece deve scontrarsi- come se i suoi problemi fisici non fossero già abbastanza impegnativi- con una mentalità da trogloditi la cui ossessione principale è il sesso altrui e di come impedirlo. Ma ci rendiamo conto di che edu-castrazione abbiamo subito? Come si può essere così repressi e traumatizzati a livello sessuale da considerare una scopata immorale?
    Cioè una cosa NATURALE e insita in tutti gli esseri viventi complessi terrestri viene demonizzata e addirittura considerata immorale (ma che cazzo vuol dire immorale? Io non credo nella moralità, semmai nell’etica che è ben altra cosa, schifo i moralismi borghesi).
    Non ci siamo. E’ ora di finirla con queste pagliacciate e piuttosto che si sbrighino a rendere il lavoro di assistente sessuale per disabili legale con regolare pagamento di tasse se è questo che li preoccupa perché questo paese sta messo peggio dell’Africa, che almeno è giustificata per molte cose.

  3. Scivi cose sacrosante che, tuttavia temo restino perlopiù a livello di conversazione on line perché tutti comprendono e pochi sanno o sono disposti a dare indicazioni specifiche.
    Avrei molte cose da raccontarTi sulla mia esperienza in proposito. Sono troppo riservato per scriverle in un commento ma se vuoi puoi scrivermi e mi confronterò volentieri con Te a proposito di questo argomento

    Riccardo

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